Opera pittorica realizzata, nel 1992, con la combinazione di tecnica fotografica e la tradizionale lavorazione delle icone russe. Venne regalata al mitico Capo degli Obiettori Cusco II in occasione del battesimo del primogenito. La realizzazione fu particolarmente complessa, sia per l’allestimento del set fotografico, la creazione dei costumi, lo studio scenografico e la gestione degli attori, sia per la successiva lavorazione dell’icona. Si dice: ” L’icona è una finestra sul mistero, essa non è una semplice immagine, ma è il luogo della presenza di Dio, capace di donare un significato per tutto l’uomo, di dare risposta ai suoi bisogni e alle sue domande angosciose.”
Così i Torcoli, ispirati dal poeta e scrittore Solz’enicyn che affermava: “per creare qualcosa di veramente nuovo occorre essere radicati nella tradizione”, ripropongono l’attualita’ dell’icona in funzione di una autentica modernita’.
“L’icona nasce come arte ecumenica, universale, convogliando nei propri argini le correnti culturali precristiane, dalla cultura egiziana a quella siriaca, ebraica e greca. Si puo’ affermare che l’icona nasce dall’incontro fra queste correnti che si sfidano nel compito di spiritualizzare la materia, e accomunano, senza divisione e senza confusione, le proprie forze e ricchezze nell’unita’ armonica dell’esperienza cristiana.”
Reportage sull’allestimento scenografico.
QUIZ DEI MAGI
Qualcuno si chiederà perché due magi e non tre come narra la tradizione.
Prima ipotesi. Il NT non cita il numero dei magi e una recente interpretazione teologica reputa convincente il riferimento simbolico alla trinità nei tre doni recati al Bambino di Betlemme e alle due nature di Cristo nel numero dei Magi.
Seconda ipotesi. Due i generi, maschio e femmina, come ci racconta la Genesi, due le tavole della Legge, due i Testamenti, due gli animali nella greppia e di conseguenza due i Magi.
Terza ipotesi. Schiaffo non si è svegliato.
Una risposta a L’Adorazione dei due Magi