Pastone

E’ una ricetta di antiche origini. Alcuni la fanno risalire all’homo pigrus, coevo e antagonista dell’homo faber, comunque prima dell’homo sapiens. Riscoperta sul finire degli anni ’80 dall’infaticabile indolenza di Marco Schiaffelli, in arte Schiaffo. Nelle calde giornate estive, dove anche pensare risultava avventura titanica, come nelle fredde giornate invernali, dove agitarsi in cucina risultava azione antieconomica, energeticamente così dispendiosa da non giustificare il pranzo compensatorio, la vivace fantasia dello Schiaffo riscoprì occasionalmente quanto inconsapevolmente l’antica ricetta. Non fu facile. Il tutto riuscì solo grazie ad un’alchemica combinazione di situazioni non facilmente riproducibili. Prima di tutto giocò un ruolo importante la turnazione in cucina che si combinò con l’assenza di Raffele e di Merlini che per il quieto vivere ed il sano mangiare avrebbero sopperito all’inedia schiaffellesca. In aggiunta si combinò con il petulante ed estenuante rimbrotto di Corrado sulla responsabilità ed il rispetto come corredo essenziale del perfetto Obiettore. Il fato volle, poi, che l’unica presenza non ostile fosse quella di Arci, con la sua stoica filosofia per cui se non mangiamo oggi mangeremo domani. Queste concomitanze spinsero il buon Schiaffelli a dirigersi malvolentieri verso il frigorifero che pur se inanimato si rivelò unica presenza benevola in quella particolare giornata offrendo gli immancabili avanzi dei giorni avanti (quanti? è preferibile non sapere). Ed è così che dal lontano passato riemergeva il “pastone”.

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